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Storie di Remo, l’Incredibile George Attualità 

Storie di Remo, l’Incredibile George

LA RUBRICA: XI PUNTATA

 

George era in un mare di guai e per la prima volta nella sua vita si rifugiò nei meandri grigi della solitudine.
Cacciato dalla famiglia della fidanzata,con il padre pronto a metterlo da parte e la madre in preda ad uno stato depressivo acuto, decise di resettare la sua vita e ripartire con una “testa” diversa.
Chi lo conosceva pensava che stesse male , perché non parlava più con nessuno , né frequentava più gli amici.
Lui che era l’immagine dell’allegria, un fiume in piena di entusiasmante energia ,sembrava essere diventato un‘altra persona.
Tornava da scuola, mangiava velocemente e poi si metteva sul letto.
Non dormiva ,ma rimaneva disteso a fissare la parete in uno stato di perenne meditazione.
Poi verso le sei di sera andava al ristorante ,per rincasare dopo mezzanotte.

All’ecatombe avvenuta in casa di Silvana , seguirono problemi vari nell’ambito della sua famiglia.
I rapporti con il padre erano ormai limitati solo ai contatti di lavoro in trattoria;
il vecchio genitore era l’anima di quel locale e godeva della massima fiducia del proprietario.
Si occupava di tutto: organizzava la sala ed il lavoro dei camerieri, faceva la spesa per la cucina e collaborava con il cuoco ,curando che le ordinazioni dei clienti fossero soddisfatte alla perfezione.
Il locale aveva una posizione strategica, con un meraviglioso affaccio sul golfo di Sorrento.
Consisteva in una palazzina a due piani che precedentemente era un atelier di moda.
Era stato rimodernato negli anni settanta ,quando all’interno fu costruito anche un ascensore che portava ai piani superiori.
Al piano terra c’erano le cucine ed una grande sala da pranzo con un affaccio mozzafiato sul mare .
Questa incantevole veduta diveniva ancora più godibile dal terrazzo prospiciente detta sala .
Attraverso una enorme vetrata proprio di fronte al golfo di Sorrento si poteva guardare il “Paradiso”
Difatti il ristorante si chiamava proprio “Vista Paradiso” ed era molto rinomato in tutta la penisola .Al primo piano c’erano i servizi ed un’altra sala usata principalmente per i matrimoni. L’ultimo piano era adibito a deposito e rimessaggio tavoli e sedie “di rincalzo”.
Una sera ,alla fine del lavoro, il padre di George si sentì male e si accasciò su una sedia. Soccorso immediatamente ,fu portato in ospedale in preda a una crisi respiratoria.
Purtroppo non ci fu niente da fare; un violento edema polmonare se lo portò all’altro mondo .
George si trovò solo a dover sostenere economicamente la sua famiglia.
Lasciò la scuola per lavorare al ristorante a tempo pieno in modo da avere una retribuzione più sostanziosa, da dare alla madre che aveva da accudire anche i due fratelli più piccoli.
Questo improvviso stato di necessità ebbe un effetto benefico sul nostro ex ragazzo .
Ormai George aveva quasi vent’anni e ,dopo la disgrazia del padre , uscì’ dal suo stato depressivo, rimboccandosi le maniche e divenendo più maturo e responsabile.
Ma il suo destino era pronto a dare una svolta importante alla sua vita ,perché avverrà
un incontro che gli cambierà l’esistenza..
Era una serata bellissima e una lucente mezzaluna crescente illuminava un mare blu carbonella.
In questo scenario surreale,
all’orizzonte verso Napoli, dalla vetrata del ristorante, si vedeva un orizzonte infuocato.
Si era in prima serata e nel ristorante non c’era ancora nessun avventore; regnava solo un silenzio solenne ,degna cornice di quella “vista paradiso”

George era il responsabile di sala e si aggirava tra i tavoli, per controllare che tutto fosse in ordine.
Ad un tratto entrarono due giovani e chiesero di sedersi in un piccolo tavolo in fondo alla sala.
Lui era alto
con i capelli corti e dei baffetti a spillo molto curati, lei invece, di statura regolare ,indossava una gonna corta mozzafiato.
Il suo fondoschiena a mandolino era sostenuto da due bellissime gambe, perfettamente tornite .
Una volta seduti,i due presero a discutere animatamente ,noncuranti del loro tono di voce alto.

Litigavano di brutto per una questione di ammanchi di denaro ed il vivace gesticolare rimarcava tra loro l’esistenza di un ‘accesa ostilità.
Passarono diversi minuti e questi continuavano nel loro alterco, noncuranti di George che qualche metro più in là era in attesa di ricevere l’ordinazione. Egli
stava quasi per intervenire ,con l’intenzione di sedare gli animi ,allorché il ragazzo si alzò in piedi e ,vomitando irripetibili improperi, uscì dal locale.
Un improvviso, profondo silenzio calò  in quella sala ,contrapponendosi al baccano di prima e riportando la serenità di fronte a quello scenario da favola.
La ragazza si passò la mano sul viso ,quasi a cancellare il suo malumore e rivolta a George, chiese:
“Mi porta dell’acqua, per favore”
George la guardò intenerito e lei ricambiò il suo sguardo, rimanendo qualche istante a fissare gli occhi lucenti di lui, poi il cameriere si voltò per andare in cucina a prendere l’acqua. Quella ragazza si chiamava Rosita e George non poteva immaginare che insieme a lei avrebbe vissuto la storia d’amore più bella della sua vita.

Camily Bosch

 

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